Tessitori di fraternità
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- Ultima modifica il Domenica, 18 Ottobre 2020 17:10
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«Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
È una delle espressioni più conosciute del Vangelo e sono numerose le letture di interpretazione che ad essa sono state date.
Alla luce del contesto di tutta la liturgia della parola di questa domenica direi: l’organizzazione della vita sulla terra ha i suoi ritmi e le sue regole secondo tempi e luoghi. Si intrecciano rapporti di vario genere, si barattano scambi di cose e di interessi, si fa mercato, si curano doverosamente anche gli aspetti che ruotano attorno a quella che è definita la proprietà privata. In tutto questo, che procede nella massima libertà, c’è un riferimento da cui non si può prescindere: il bene della comunità umana.
Rendendo a Cesare quello che è di Cesare, la moneta in cui è impressa la sua immagine, riconosciamo l’importanza della organizzazione della vita sociale.
Secondo lo spirito della Scrittura e della nostra fede rendere a Dio quello che è di Dio, per quanto riguarda l’organizzazione della vita sociale, implica che tutto appartiene a Dio: sul creato, sull’essere umano è scolpita l’immagine di Dio e tutto appartiene a Dio e gli deve essere restituito. Di conseguenza tutto si può fare nel limite del rispetto di ogni persona fatta a immagine e somiglianza di Dio. D’altra parte anche su Ciro (non conosce il Dio di Israele che lo ha chiamato per nome e perciò Gli appartiene), anche su Cesare c’è l’iscrizione e l’immagine di Dio.
Può essere utile quindi per una comprensione del «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio», rileggere tutta la prima lettura, il salmo responsoriale, nonché la seconda lettura. Cito soltanto:
“Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio;
ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono il Signore, non ce n’è altri”.
Altra considerazione: tutti gli esseri umani sono portatori di un messaggio e di una missione da parte di Dio.
Teniamo conto anche dell’invito della 94° giornata missionaria mondiale: “Chiamati ad essere tessitori di fraternità” da Dio Trinità.
don Giampiero Zara
Adorazione Eucaristica 17 Settembre
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- Ultima modifica il Venerdì, 25 Settembre 2020 15:41
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Il Signore è fedele, mantiene le Sue promesse ed ha per ciascuno un progetto d'amore. Chiama ogni uomo alla Sua conoscenza, ad un rapporto unico e insostituibile con Lui, alla Sua presenza: "Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Con piena gratitudine a Dio, la Comunità dei "Servi e serve dello Spirito Santo" ha potuto animare l'Adorazione Eucaristica nella chiesa grande a Sarroch, dove oltre al parroco don Stefano, ai parrocchiani e a fedeli dei paesi limitrofi, a don Walter presente per quanti hanno voluto accostarsi al sacramento della Riconciliazione e alle due religiose della Sacra Famiglia del paese, era presente anche il novello professo semplice fr. Salvatore, dell'ordine dei frati predicatori (domenicani), che ha dato testimonianza della sua vocazione e della sua esperienza nella Comunità fondata da Paola Coiana moglie e madre di una famiglia non solo carnale ma anche spirituale. Attraverso la comunità sono sorte diverse vocazioni non solo alla vita matrimoniale ma anche consacrata e sacerdotale. Fulcro della spiritualità è la formazione dei "cuori sacerdotali", cuori che si offrono incessantemente, a modello del Maestro divino, a beneficio di tutta la Chiesa e dell'umanità.
Dal Divin Cuore, squarciato per Amore, sono sgorgati sangue ed acqua, simboli di Misericordia e di vita, nuova vita, che si innesta nel nostro Battesimo e che era presente all'inizio della creazione: "In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque" (Gn 1,1-2). Questo il tema scelto per meditare davanti al Santissimo, in comunione con tutta la Chiesa, che a Settembre ha celebrato la giornata mondiale di preghiera per il creato, da curare e contemplare e di cui sentirsi parte integrante della bellezza (cfr. Udienza Generale Santo Padre 16 Settembre). Se si parla di bellezza non si può non pensare a Colei che l'ha incarnata, ossia la Vergine Maria, che patrocinia la Comunità con il titolo di Vergine dei Poveri, rappresentata in un piccolo simulacro posto sotto il presbiterio, a cui la fondatrice era molto legata.
La prima tappa per chi vuole condividere la spiritualità dell'Opera è, infatti, la consacrazione a Gesù per le mani di Maria, per essere Suoi veri discepoli e discepole. La Madonna alla piccola Mariette, nel rigido inverno del 1933 a Banneux, in Belgio, chiese di immergere le mani nell'acqua, ancora una volta fonte vivificante e consolante, sorgente di vita nuova che sgorga dal cuore stesso di Dio. Ecco che allora "rinascere dall'alto, da acqua e da Spirito per entrare nel regno di Dio" (cf. Gv 3,1-21) significa entrare nella stessa vita di Dio e lasciarsi possedere dallo Spirito Santo, che parla al cuore di ciascuno e di cui, durante la "preghiera del cuore", alcuni ne hanno espresso a parole gli aneliti.
Anche la Parola di Dio ha confermato quanto emerso dalla serata alla presenza reale di Gesù Eucaristia: "Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio" (Rm 8,12-16). E Dio, che cura i figli anche donando il pane materiale, non poteva che donare ai presenti anche un momento di fraternità gustando una buonissima pizzetta al taglio nel piazzale della chiesa.
Santa Vittoria, la nostra patrona
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- Ultima modifica il Sabato, 19 Settembre 2020 12:47
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Servizio di pulizia e decoro della chiesa
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- Ultima modifica il Sabato, 17 Ottobre 2020 19:30
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La nostra Parrocchia sta costituendo un gruppo di volontari con il nome " Gruppo Santa Marta",
che si occuperà del decoro, dell'ordine e della pulizia della chiesa.
Sull’esempio di chi ci ha preceduto è giusto portare avanti questo servizio allargando il gruppo e magari creare un ricircolo generazionale.
Vi invitiamo a rivolgervi a Don Stefano, che vi metterà in contatto con le Volontarie che già si dedicano a questo servizio umile ma molto utile,che corrisponde appieno alle parole che Gesù ha detto ai suoi discepoli: «ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti» (Marco 10,43-45).
Ma perché abbiamo scelto proprio "Santa Marta"?
Marta è la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania, un villaggio a circa tre chilometri da Gerusalemme. Nella loro casa ospitale Gesù amava sostare durante la predicazione in Giudea. In occasione di una di queste visite compare per la prima volta Marta. Il Vangelo ce la presenta come la donna di casa, sollecita e indaffarata per accogliere degnamente il gradito ospite, mentre la sorella Maria preferisce starsene quieta in ascolto delle parole del Maestro. Non ci stupisce quindi il rimprovero che Marta muove a Maria: "Signore, non t'importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". L'amabile risposta di Gesù può suonare come rimprovero alla fattiva massaia: "Marta, Marta, tu t'inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta". Ma rimprovero non è, commenta S. Agostino: "Marta, tu non hai scelto il male; Maria ha però scelto meglio di te". Ciononostante Maria, considerata il modello evangelico delle anime contemplative, mentre Marta è proposta alle donne cristiane come modello di operosità.
Adorazione Eucaristica
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- Ultima modifica il Domenica, 13 Settembre 2020 16:22
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