Il cuore e gli occhi si aprono alla speranza
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- Ultima modifica il Domenica, 26 Aprile 2020 14:27
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Nella cornice della chiesetta campestre di San Giorgio vescovo di Suelli, il Vangelo di Emmaus, della terza domenica di Pasqua è uno straordinario esempio del nostro cammino cristiano, che parte dalle ferite dell’esistenza e si trasforma in luce, attraverso un incontro: un compagno di strada si affianca al passo stanco di due viandanti che fuggono dalle loro paure, andando verso la notte.
Lo sconosciuto che li accompagna entra nel senso del loro dolore, riscalda il cuore, risveglia l’attenzione, fino a generare in loro la richiesta di non lasciarli soli.
I due amici diretti a Emmaus sapranno riconoscere Gesù risorto nel gesto dello spezzare il pane, gesto quotidiano, gesto eucaristico, gesto familiare.
Don Stefano parla di Emmaus anche come un luogo teologico e spirituale dove riconoscere il Risorto e dove il nostro cuore e i nostri occhi si aprono alla speranza: il Signore ci interpella e ripete quei gesti familiari che ci fanno sentire comunità. Insomma, proprio quando noi pensiamo che sia tutto finito, sta per cominciare qualcosa di sorprendentemente nuovo.
Credere per avere la vita del Signore Risorto
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- Ultima modifica il Sabato, 17 Ottobre 2020 19:36
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Festa della Divina Misericordia istituita da Giovanni Paolo II, una festa legata in modo speciale al Vangelo della Seconda Domenica di Pasqua, rappresentata nel momento in cui Gesù appare ai discepoli nel Cenacolo, dopo la resurrezione, e dà loro il potere di perdonare o ritenere i peccati. Questo momento è registrato nel Vangelo di Giovanni (20, 19-31), passo che abbraccia l’apparizione di Gesù Risorto all’apostolo San Tommaso, quando Gesù lo invita a toccare le sue piaghe l’ottavo giorno dopo la Resurrezione (Gv 20, 26). Proprio per questo, è usato nella liturgia otto giorni dopo la Pasqua.
Don Stefano ha sottolineato che con questa festa viene istituita un’altra beatitudine: la beatitudine di quelli che non hanno visto ma hanno creduto.
La fede non è vedere e toccare, ma credere alla Parola di chi ha visto e toccato. Anche per noi come per ogni credente la fede è un cammino nel buio ma intravedendo una luce lontano.
Inevitabile il parallelismo con la situazione di Pandemia che stiamo vivendo in questa ottava di Pasqua. Le porte chiuse non sono un impedimento per Gesù che entra a porte chiuse e si mette al centro. Sarebbe bello se Gesù fosse messo al centro delle nostre famiglie e delle nostre relazioni. Gesù è la pace. Il cristiano non deve temere in questo momento il buio, perché alla fine ci sarà la luce.
Bisogna saper attendere il soffio dello Spirito che aprirà le porte. Uno Spirito che viaggia sulle frequenze dell’amore - carità, una carità che ha continuato a operare senza restrizioni.
La Chiesa prepara la fase 2
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- Ultima modifica il Sabato, 18 Aprile 2020 08:49
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La Conferenza episcopale italiana sta studiando un piano per far tornare i fedeli a pregare davanti all'altare, lo presenterà al ministero dell’Interno entro questo fine settimana.
La vita ecclesiale potrebbe riprendere dopo il 3 maggio con numeri regolamentati di fedeli che saranno muniti di mascherina e guanti. Ci sarà il rispetto delle distanze, l’igienizzazione dei locali, ma sarà anche vietato scambiarsi il segno di pace e si dovrà accogliere l’eucarestia solo sulla mano (misure già messe in campo ancora prima della chiusura delle chiese alle messe).
“Le chiese hanno caratteristiche differenti tra loro per dimensioni e disposizioni, dei banchi e dei singoli posti”, ha spiegato Don Giulio Madeddu, direttore dell’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cagliari, “le chiese non sono chiuse, si può entrare a pregare, questo non è mai venuto meno, ma ciò che è mancato è la celebrazione pubblica”. E anche se di questi tempi chi più chi meno, si è attrezzato con le dirette delle messe celebrate in solitudine dai parroci, ciò che manca di più alla chiesa è la presenza dei fedeli e l’ultimo saluto ai defunti.
Dio è fedele alle sue promesse
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- Ultima modifica il Domenica, 12 Aprile 2020 16:34
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Anche la solenne Messa di Pasqua è stata celebrata“senza popolo”. Una Pasqua che non sarà certo dimenticata, ha detto don Stefano durante l’omelia.
Una Pasqua celebrata nelle nostre case come il popolo di Israele in esilio, perché la pandemia ha iscritto la celebrazione nella ritualità familiare.
Il nostro amato parroco ha un pensiero per tutti: la famiglia, gli anziani, le persone ferite dalla crisi economica che incombe sulla nostra società. Queste ferite le presentiamo a Dio che con la sua Parola illumina la strada. Questo è un periodo triste, ma non è mai venuta meno la carità, soprattutto verso i poveri: alla sofferenza della pandemia risponde la speranza della carità!
Dio è fedele alle sue promesse. Il Signore viene a realizzare le sue promesse che sono promesse di vita, duemila anni fa come oggi.
Don Stefano rivolge poi gli auguri di Buona Pasqua ai collaboratori parrocchiali e a tutta la comunità: la solennità della Pasqua faccia sentire l’abbraccio di Dio a chi si è fatto prossimo del fratello; per tutti noi, chiamati a vivere nelle nostre case, privi della relazione sociale di familiarità, il Risorto ci aiuti a riscoprire la gioia della fraternità.
Su ogni famiglia e su ciascuno, in particolare chi si sente in necessità, scenda la benedizione Pasquale del Dio Vivente!
AVVISO PER LA SETTIMANA SANTA E LA PASQUA
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- Ultima modifica il Sabato, 17 Ottobre 2020 19:37
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La Settimana Santa rappresenta per la nostra fede, la settimana centrale per la celebrazione del Mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.
Rivivere questi misteri fortifica e struttura la nostra esperienza di fede, ci fa camminare al fianco del nostro Signore Gesù che per amore ha dato la vita per noi, ha sconfitto la morte ed il peccato e che il Padre ha risuscitato dai morti.
Sarà una Pasqua dolorosamente diversa per tutta la cattolicità e le chiese vuote di quest’ultimo periodo ne sono il simbolo. Una settimana santa del tutto inattesa, che il mondo dei credenti e no si appresta a vivere nel segno del Covid-19, il terribile coronavirus che ha messo in ginocchio l’umanità.
Sarà l’occasione di stare più vicini a Gesù che soffre, muore e risorge per partecipare alla gioia di una vita nuova.
Papa Francesco e i Vescovi sono sicuri che usciremo rinvigoriti nella fede da questa esperienza inattesa e delicata causata dalla pandemia.
Accogliamo l’invito di Papa Francesco di “non sprecare questo tempo” e di restare “vicini” al mistero pasquale del Cristo, che in questi giorni drammatici molte persone stanno vivendo nella loro carne: chi nella sofferenza, chi nell’assistenza sanitaria, chi nell’aiuto solidale e chi nella preghiera. E nel campo di una liturgia celebrata a porte chiuse, tutti gli organismi ecclesiali si sono organizzati ad accompagnare, in questi giorni, i fedeli con i vari mezzi della comunicazione consapevoli di essere il tramite privilegiato del Signore per portare a tutti amore e salvezza.
Don Stefano ci accompagnerà con le dirette streaming sulla pagina Facebook della parrocchia
GIOVEDÌ SANTO ORE 18:00
VENERDÌ SANTO ORE 18:00
VEGLIA PASQUALE, SABATO ORE 21:30
SANTA PASQUA, DOMENICA ORE 10:00